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Cosa sta cambiando nel mondo dell’educazione

Il 24 Gennaio si celebra in tutto il mondo la giornata internazionale dell’educazione.

Con la scusa ho riflettuto su ciò che davvero rappresenta l’educazione, in particolare quella scolastica, ai giorni nostri. Ho riflettuto su quante cose siano cambiate e su quante cosa siano rimaste le stesse, nonostante il cambiamento del mondo. 

L’educazione è un diritto di cui purtroppo non tutti possono godere. NEL 2023.

Ma è oltretutto un dovere delle istituzioni locali -e non- e la mia impressione è che l’interesse nei confronti di una vera e buona educazione si stia perdendo col tempo. 

Credo che i nuovi strumenti dovrebbero essere sfruttati nella loro completezza, non visti come oggetti alieni e distanti (se sei troppo anziano per volerli utilizzare, è il momento di andare in pensione). Credo che bisognerebbe insegnare l’uso consapevole, cosciente e mirato dei social media, soprattutto di quelli che avvicinano gli studenti al mondo del lavoro. Credo che bisognerebbe insegnare come creare la propria identità, immagine e indipendenza nel mondo lavoro; il nostro sistema educativo è TROPPO teorico e veramente POCO pratico. Mi sembra ridicolo che si termini il ciclo di studi scolastici o addirittura universitari senza avere idea di cosa sia un CV e di come si crei. Bisognerebbe creare sin da subito un legame con le istituzioni, con il mondo lavorativo, le agenzie e le aziende locali e internazionali. Bisognerebbe dare già un’idea di quella che è la vita da lavoratore autonomo, considerando tutte le questioni burocratiche e contabili del caso. 

Bisognerebbe semplicemente illuminare gli studenti su quello che è il mondo del lavoro, dare loro strumenti e conoscenze per poter valutare nel modo migliore il percorso verso il futuro, permettendo loro di considerare anche la carriera da libero professionista. Invece mi sembra che ci sia sempre più disinformazione e confusione, e di conseguenza difficoltà da parte degli studenti nel trovare o creare il proprio posto nel mondo. 

Bisognerebbe, soprattutto, insegnare a non aver paura. Di cosa? Del mondo, della vita, delle difficoltà della vita da adulti. Prima di interrogare e bocciare, prima di stilare calendari di appelli e sedute di laurea, bisognerebbe trasmettere i valori ed educare alla vita, in tutti i suoi aspetti. 

Vedo molti dei miei studenti terrorizzati dall’inglese, dallo spagnolo, dall’interrogazione, dal voto, dall’esame. Siamo arrivati al terrore della conoscenza e della cultura. Siamo ad un punto in cui parlare ci fa paura, sbagliare ci fa paura, essere giudicati ci fa paura, essere valutati ci fa paura e poi di conseguenza il mondo a farci paura. Ci fa paura anche solo provare ad esprimerci in un’altra lingua, perché ci hanno insegnato che finchè non sappiamo le regole non dobbiamo parlare. MA CHE DIAVOLERIA è MAI QUESTA? Nessuno ci ha insegnato l’importanza della comunicazione, la bellezza dell’errore e del tentativo, la capacità di PROVARE. 

Tutti gli aspetti burocratici ed economici io li ho imparati da sola, facendo e sbagliando. Tutte le paure del mondo le ho superate con il coraggio di tentare. Tutti gli ostacoli di una nuova lingua li ho superati cambiando nazione. 

Peccato, l’educazione è il diritto più importante, quello che ci garantisce la libertà di pensiero, di espressione, di manifestazione e invece è diventato l’ostacolo da superare.

Il mondo sta cambiando. Non possiamo dire se in meglio o in peggio, ma sta cambiando. L’educazione, invece, perché è ancora ferma?! Non è comprare una LIM che rende l’educazione moderna, bensì l’adeguamento dei metodi, degli approcci, del pensiero. Questo non c’è: lo vedo negli studenti, nelle loro personalità e conoscenze. Peccato. 

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