Torniamo con la seconda e ultima parte della nostra intervista immaginaria a Umberto Eco, grande scrittore e traduttore italiano a cui noi traduttori siamo particolarmente legati.
– Ci eravamo lasciati con la negoziazione… sorge spontanea, a questo punto, la domanda delle domande: è possibile dire “la stessa cosa”? Tradurre significa veramente dire la stessa cosa o equivale, matematicamente parlando, a dire tutto o niente?
Lo ribadisco, tradurre può dire tutto o niente- dipende da che uso si fa della prospettiva. In altre parole, dipende da che punto si guarda il contesto e come lo si interpreta. Il traduttore deve saper catturare l’attenzione del suo pubblico e far vivere questa sorta di estasi!
-Nel suo libro ci parla, quindi, anche di indeterminatezza della traduzione.. cosa si intende?
Il traduttore, quando si trova a dover tradurre un testo, elabora una serie di ipotesi che lo conducono a diverse “possibili” traduzioni; non possiamo aspettarci una versione unica e perfetta di una traduzione. L’indeterminatezza non è altro che questo. E attenzione, non significa fornire traduzioni inesatte o scorrette; significa accettare di poter avere più versioni, più possibilità, più opzioni-tutte corrette- tra cui scegliere.
-Ecco perché “La traduzione riguarda mondi possibili”….
Esattamente! Una traduzione “deve appoggiarsi su congetture, e solo dopo aver elaborato una congettura che appaia plausibile il traduttore può procedere a volgere il testo da una lingua all’altra”. Considerato che tradurre significa, tra le altre cose, avere a disposizione un grande spettro di voci di un dizionario, il traduttore deve operare una scelta ponderata, sensata e rilevante in un determinato contesto, in un determinato “mondo possibile”. I termini incontrati durante una traduzione hanno molti possibili sensi e il nostro ruolo è escludere quelli che potrebbero non corrispondere al senso dato nella lingua di partenza.
– Dunque, non è d’accordo sul fatto che un domani i traduttori cederanno il posto alle nuove tecnologie…
Non sono assolutamente d’accordo! Le operazioni di cui abbiamo parlato in precedenza possono essere fatte solo e soltanto da esseri viventi, non da macchine! Niente e nessuno potrà mai sostituire realmente la mente umana. Un cat tool potrà agevolare e facilitare il lavoro del traduttore, ma mai sostituirlo. Sarebbe una catastrofe. A tutto c’è un limite.
– Un consiglio spassionato per chi come lei vuole abbracciare questa professione
Se si vuole essere migliori in questo campo, bisogna essere consapevoli dei limiti del proprio lavoro, perché la traduzione di un testo non risulterà mai perfetta, specie a livello di musicalità delle parole. Nel migliore dei casi arriveremo a dire quasi la stessa cosa. Senza dubbio ognuno di noi è a sua volta un interprete in questo mondo, pur non di mestiere, perché ognuno fa come può la sua parte- l’importante è farla bene.